Dunque… Facciamo un paio di conti insieme. Barbie é il giocattolo per bambine più amato, nonostante sia criticata come un politico in campagna elettorale. Oggi perché ha le tette troppo grosse, domani perché non ha più punto vita e, l’evergreen, gambe troppo lunghe e senza un filo di ciccia. Capelli innaturali, naso troppo perfetto, occhi troppo grandi e straordinariamente brillanti. Comunque la vogliamo mettere viene massacrata da più di 50 anni. Per non farsi mancare nulla ha un bel fidanzato gay con manie da travestito che l’ha appena lasciata perché inquina come una betoniera sotto il sole. Non riesce a tenersi un lavoro per più di una collezione stagionale: oggi veterinario salva cuccioli, poi insegnante, poi principessa, vuoi mettere che crisi di identità?
All’eta suonata di 50 anni non ha figli e per quello che ne so io é ancora vergine dato che la mercanzia non interessa al palestrato Ken. Ha un camper rosa e azzurro, cani, gatti e anche un cavallo con la criniera più folta e setosa della sua. Per non parlare dei suoi vestiti… negli anni 80 si illuminava al buio come un albero di natale, nei 90 si vestiva come una meringa psichedelica e nel 2000 come una troia. Con un curriculum nutrito come questo onestamente non c’é da stupirsi che quella sia diventata una psicopatica assassina.
Nelle immagini della fotografa Mariel Clayton la nostra Barbie sembra prendersi una specie di rivincita storica, peccato che il metodo lasci un pò desiderare. Mettiamola così: il massacro é la cosa più innocente che le vedrete fare. Questa nuova ragazza di plastica, croce e delizia di tutte le bimbe del mondo é dissacrante, scandalosa, politicamente scorretta, madre snaturata, assassina a sangue freddo, possessiva, pervertita e quasi sicuramente iscritta alla NRA (che é un’aggravante).
Il miglior modo per descrivere la fotografa 32enne di origine sudafricana Mariel Clayton è utilizzare la descrizione che da di se stessa:
A doll photographer with a subversive sense of humour.
I’m not a man-hater, I wasn’t abused as a child, I’m not ‘dark’ or ‘disturbed’ or ‘mentally scarred’… I just find certain things funny.
La fotografa utilizza principalmente bambole Barbie e accuratissime (e bellissime) miniature giapponesi per ricreare scene di vita extra-ordianaria molto precise. L’intento è quello di commentare la società contemporanea con tutti gli stereotipi che si trascina in chiave molto nera e con una punta di umorismo. Non sono in pochi quelli che si sentono disturbati dalle sue immagini tanto da richiedere, qualche tempo fa, la chiusura della sua pagina facebook, per contro sono state tantissime le dimostrazioni di affetto dei suoi fan. Ma attenzione: sembra facile prendere come esempio solo le immagini scandalose, scabrose e splatterone per descrivere il lavoro della Clayton ma in realtà c’è qualcosa in più da vedere: depressione, solitudine e suicidio.
La pagina di facebook di Mariel Clayton, il suo sito personale e lo store per acquistare le sue stampe.
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