Pagine di libri e vecchie mappe come tentacoli sottili e delicati che escono dalle rigide copertine di libri abbandonati. I libri fanno le radici, non solo (e soprattutto) nel cuore del lettore più appassionato, ma anche quando passano tra le mani sapienti della scultrice sudafricana Barbara Wildenboer.
Dalle coste e dalle copertine di vecchi libri scientifici, di atlanti in disuso resi ormai vecchi dal tempo, la Wildenboer riesce a far uscire parole e sottili strisce di carta come le radici di un albero o un complesso sistema nervoso o ancora microrganismi marini quasi preistorici.
Il progetto si chiama Library of the Infinitesimally Small and Unimaginably Large ed è iniziato nel 2011.
La collezione si compone di vecchi libri, di mappe e atlanti che diventano riferimento e la materia prima per sculture, installazioni di carta e animazione digitale.
I libri stessi come le frasi, le parole e anche le lettere diventano elementi di una nuova narrazione visiva in cui coesistono vecchie e nuove forme di narrazione. Tutte le opere di questa collezione hanno il nome del libro da cui parte la sua esplorazione artistica.
L’artista si concentra sulla natura e ne fa il soggetto principale, come del resto fanno molti artisti, perchè riflette su le questioni ambientali che sempre più spesso tormentano il nostro mondo.
Ne è una testimonianza anche il progetto Canaries in the Coalmine dove il soggetto principale sono gli uccelli considerati a lungo come indicatori dei cambiamenti ambientali e possono essenzialmente essere visti come i “canarini nella miniera di carbone” quando si tratta di cambiamento climatico.
L’idea fa riferimento alla pratica utilizzata dai minatori di servirsi di un uccello per rilevare fughe di gas velenosi come il metano nei lunghi cunicoli delle miniere.
Visita il sito di Barbara Wildenboer per vedere tutti i suoi lavori.
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