Da quando ho parlato di feltro in questo spazio, di tanto in tanto qualcuno si é avventurato per leggere quello che ho scritto e ho scoperto che molta gente è curiosa sull’argomento e vuole saperne sempre di più. Ma in effetti la domanda più ricorrente é sempre la stessa: come si fa il feltro? Chiunque può rendersi conto sbirciando su google che la rete é piena di risposte che per altro sono quasi tutte uguali, anche perché il metodo é sempre quello: acqua, sapone e buona volontà io preferisco segnalare e cercare chi utilizza il feltro per progetti inusuali e magari cercare di capire la metodologia. Sempre che sia possibile arrivarci…
A causa della sua particolare conformazione il feltro, in particolare quello industriale, si presta maggiormente a sperimentazioni diverse per la grandissima gioia di designer di interni e pecorelle da tosare! Ad ogni modo il feltro arreda in tutti i modi possibili e immaginabili tra colori e forme da proporre c’é solo l’imbarazzo della scelta, il lato creativo del progettista da feltro fa festa non appena si avvicina al nobile vello colorato… che passione! Beeeeeene, scherzi a parte pare che io abbia trovato la regina incontrastata del mondo del feltro lavorato a mano e progettato su misura, si tratta di Anne Kyyrö Quinn, ovvero la designer che ha avuto il privilegio di sostenere le chiappe di Sara Jessica Parker con la seduta super / electric / blu dal nome Lola.
Piú o meno alla fine del primo film Sex and the city ci ritrovavamo una Carrie tutta nuova, con un bellissimo appartamento ad affitto bloccato appena ristrutturato con un sacco di rilassante azzurro alle pareti. Adesso con il sequel, a quanto pare premiato come peggiore film dell’anno, per la scena del pouf tra la nostra protagonista e l’immancabile Big la scenografa ha scelto proprio la seduta Lola, interamente in feltro e interamente confezionata a mano. Come se non bastasse la designer proprietaria dell’idea blu elettrico, di base a Londra, ma con un cuore da progettista tutto squisitamente scandinavo, si é specializzata in un binomio produttivo davvero molto interessante: tecnica e decorazione.
Tanto per cominciare ha riscoperto il feltro non solo per le mille possibilità decorative ma anche e sopratutto per la capacità di fungere da isolante acustico. In questo modo ha la possibilità di decorare una parete, ad esempio di un ufficio, e renderla fonoassorbente e completamente isolata dal resto del contesto. Per la genialità del suo lavoro é stata insignita nel 2007 del Good Design award per questo progetto che funziona davvero! Davvero c’è una significativa riduzione del rumore, più funzionale di così é impossibile chiedere ad un progettista degno di questo nome. Dal punto di vista decorativo non le si può praticamente dire nulla, considerato che é come se progettasse sculture di tessuto, quindi tre dimensioni discrete per decorare un muro… notoriamente poco espressivo. Detto questo possiamo dire che non usa solo feltro ma anche altri tessuti dallo stesso effetto drammatico e scenografico, anche perché chi ha lavorato con il feltro industriale sa benissimo che il peso di un pannello di dimensioni contenute é comunque parecchio alto.
Le sue installazioni sono particolarmente apprezzate negli ambienti aziendali, tipo reception o stanze da riunione di multinazionali e non é difficile immaginarne il perché! Notoriamente il feltro, colorato e non, porta calore non solo fisicamente ma anche nell’immaginario del cliente ed é in grado di riempire una stanza rubando la scena se posizionato alunno giusto. Per vedere le sue bellissime creazioni si può andare sul suo sito. Alcune delle immagini sono prese da qui.
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